La vecchia filanda abbandonata

“La vecchia filanda abbandonata” di Marco Signorin

Un viaggio all’interno di un vecchio immobile che un tempo era un lanificio. La vita lavorativa in questo luogo terminò nel 1983, ma la testimonianza di quel che resta si respira e si legge ancora in tanti piccoli oggetti lasciati li a ricordarci che un tempo questo edificio era vivo. Questo mio lavoro vuole raccontare e ricordare che il nostro passato è il nostro presente, che quello che siamo oggi è dovuto anche a quello che è stato un tempo.

Fondato da Antonio Tecchio su di un opificio preesistente, incendiato nell’anno 1870. Eseguiva filatura propria e per conto terzi, specialmente tessitura di mezza lana, cioè cotone e lana, con folo di finissaggio (Il finissaggio di un tessuto comprende i trattamenti compiuti per migliorarne le caratteristiche), con la stoffa pronta per la vendita. L’opera è stata continuata e ampliata ulteriormente dai figli Giuseppe, Francesco, Riccardo, Dorina e Angelina. A continuare l’attività rimase, nel 1929, soltanto Riccardo con i figli che espanse nei successivi anni la produzione. Dopo il rallentamento dovuto al secondo conflitto mondiale, negli anni ’50, riprese l’attività con ben 40 dipendenti. Per un’altra ventina d’anni il lanificio continuò con buoni risultati la lavorazione ed il commercio della lana e relative stoffe, ampliando il mercato.

Purtroppo verso la fine degli anni ’70, a causa della continua concorrenza ed immissione sui mercati nazionali ed internazionali delle fibre sintetiche ed artificiali, la produzione pian piano andò riducendosi, fino a portare alla decisione da parte dei titolari, di sospendere definitivamente l’attività che si concluse nel 1983.

Rimane a testimonianza di questa valida industria che fu un po’ la bandiera di tutta la Valle del Chiampo, il fabbricato, pure di un certo valore storico, essendo stato eretto verso la fine del XV° Secolo. Certamente, con l’interessamento delle locali pubbliche autorità, potrebbe costituire assieme ad altre industrie-bandiera, un museo storico atto a dimostrare il valore e l’intraprendenza degli operatori economici della Valle.

Nel 1971 il signor Riccardo Tecchio fu insignito  di un attestato e di una medaglia come socio fondatore dell’Associazione Commercianti di Vicenza.

L’edificio è rimasto alla famiglia Tecchio fino al 1996, dopodiché è stato ceduto ad un’impresa edile, mentre i macchinari più grossi sono stati venduti ad un museo locale e gli accessori a collezionisti privati.

Ringrazio di cuore la sig.ra Luciana (che è la nipote del signor Tecchio Riccardo) per le informazioni qui riportate.

Marco Signorin

Ecco la galleria completa dell’esposizione al Centro Commerciale Palladio (Vicenza) tenuta nel mese di Giugno 2011.

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